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Ucraina 1932-33 [Articolo scritto da Lorenzo Monaco il 3 febbraio 2016. Merita di essere riletto]

Conoscete voi la notte ucraina? Oh, voi non conoscete la notte ucraina! Contemplatela: la luna guarda nel mezzo del cielo; l'immensa volta celeste si è spalancata, si è fatta ancora più immensa: arde e respira. La terra è tutta una luce d'argento; e l'aria è un miracolo, ed è fresca, e ti soffoca, e trabocca languore, e dondola un oceano di profumi. Notte divina! Incantevole notte!


Così scriveva Gogol della sua terra. Ma se ora, in questa notte, in questo luogo così placido e stupendo, ci avvicinassimo ad una piccola isba che, a quest'ora tarda, tiene ancora delle luci accese, se ci avvicinassimo, aperto il cancelletto di legno che introduce nel piccolo cortile, illuminato dalla lucerna che ancora arde accanto ai vetri, a questa casetta e vedessimo una donna scheletrica che sta cuocendo nel forno un qualcosa, una sagoma vagamente umana, ed accanto a lei vedessimo, sparsi sul tavolo, brandi di carne con forme simili a braccia, gambe ed arti vari, non staremmo leggendo una tetra fiaba dei fratelli Grimm, e neanche facendo un brutto incubo, ma staremmo assistendo a quel che realmente accadde in Ucraina tra il 1932 ed il 1933; staremmo assistendo ad un'enorme tragedia chiamata "Holodomor", che costrinse poveri contadini a mangiarsi i loro figli, e che causò un totale di morti che si aggira tra i quattro ed i sette milioni, prostrando l'Ucraina, barbaramente violentata dall'Unione Sovietica ora, e dai nazisti poi.
 
Il termine "Holodomor" vuol dire, in ucraino, "uccidere per fame", e proprio questo fu il progetto di Stalin, piegare con la fame i contadini che si sarebbero opposti alla collettivizzazione forzata delle terre, cosa questa voluta ed ordinata dal dittatore. Con "collettivizzazione" si intende un processo finalizzato all'eliminazione della proprietà privata su determinati beni, ponendoli sotto il controllo dello Stato. Stalin, in linea con i principi del comunismo, aveva intenzione di applicare questa forma produttiva ai terreni dell'URSS, tra i quali c'era, appunto, l'Ucraina. Quindi, la tragedia che vissero gli agricoltori ucraini la vissero anche gli agricoltori di altre regioni dell'URSS, come il Kazakistan, il basso Volga ed altre, ma noi parleremo di quel che accadde in Ucraina perchè fu la che si ebbero le conseguenze più catastrofiche. Nella realizzazione del suo progetto, Stalin aveva trovato opposizione da parte di certi contadini detti "kulaki"; essi erano agricoltori liberi che possedevano terreni propri, e che poi in parte consumavano ed in parte vendevano. Ce n'erano di più e di meno ricchi, ma per Mosca essi costituivano una minaccia, in quanto esempi di sistema produttivo privatizzato che non obbediva alle direttive dei vertici del Partito, che imponeva loro di cedere le proprie terre allo Stato e di andare a lavorare in centri produttivi statali detti "kolkotz". Chi lavorava in questi luoghi veniva salariato ed aveva diritto ad un piccolo appezzamento di terra, ma doveva, insieme a tutti gli altri che operavano là, consegnare allo Stato una ben determinata quantità di prodotti in un'altrettanto ben determinata quantità di tempo, fattori queste che decideva lo Stato; spesso si pretendevano quantità eccessive di cibo dai contadini, che venivano spremuti al massimo per poi ricevere un compenso inappropriato al lavoro svolto. Quindi, il guadagno non ripagava affatto il dispendio di tempo e forze attuato per obbedire alle volontà dei burocrati, che di anno in anno divenivano sempre più assurde, dato che i prodotti dell'agricoltura dovevano soddisfare i sempre crescenti bisogni delle industrie, vero motore del piano economico staliniano che prese il via in questi anni. Quindi, la resistenza dei contadini, e soprattutto di quelli che un tempo erano Kulaki,(che ora erano divenuti tutti coloro che si opponevano in qualche modo alla collettivizzazione, dato che di veri Kulaki, di veri contandini liberi non esistevano più) memori del benessere che, un tempo, s'erano giustamente guadagnato e che ora era divenuto un sogno a causa della collettivizzazione, si fece sempre più aspra, e sempre minori erano le quote di grano che arrivavano al Cremlino, dato che molti coltivatori dei kolkotz se ne tenevano un po' per sopravvivere; e così,Mosca decise di inviare squadroni di confisca e repressione nei territori ribelli, per mettere in opera la cosidetta "dekulakizzazione",Ucraina compresa, affinchè facessero "tirare fuori il grano a quei contadini". E qui ha via il dramma. Queste bande, composti da giovani comunisti militanti e da altra gentaglia, passavano di villaggio in villaggio per sequestrare i prodotti che i kulaki nascondevano per poi rivenderlo o consumarlo per sè, "sottraendo beni alla società", recitano i freddi e ridicoli articoli statali. Certo che per questi balordi era questa un' occasione da non perdere, e infatti non si risparmiarono in quanto a razzie e sequestri totalmente arbitrari di beni di prima necessità e non; storici riportano che rubarono a questa gente di tutto, anche pigiami, cuscini, scarpe, biancheria, addirittura doni votivi alle icone che questi cani spaccavano davanti ai civili inermi, terrorizzati da tanta barbarie. Chi tentava di opporsi, veniva mandato in un gulag in Siberia oppure fucilato. Allora, i contadini si ritrovarono senza il cibo che avrebbero potuto prelevare dai kolkotz e senza forze per lavorare ancora, e la loro unica speranza per non morire di fame era quella di fuggire dalla campagna e di ritirarsi in città, dove il cibo arrivava e non v'erano condizioni di vita così dure. Ma Stalin non si fece scrupoli a chiudere i confini ed a vietare a questi disgraziati di uscire dai propri villaggi, pena la Siberia o la morte. E così, i campi marcirono, le messi bruciarono all'impietosa calura dell'immensa steppa, non più falciate dai contadini, ormai stremati dalla fame ed a stento ancora vivi. Così, venne una violenta carestia che causò la morte di milioni di persone, prigionieri in casa loro, cui non rimaneva altro da mangiare che topi o bambini. Venne allora anche il cannibalismo, e si ritrovavano corpi sventrati cui era stato asportato il fegato, che questi sciagurati si mangiavano, non avendo null'altro da mettere sotto i denti che sangue del proprio sangue, null'altro che ossa deboli e secche. Non fu la regola, ma vi furono numerosi casi di questa terribile pratica (peraltro già utilizzata un decennio prima, durante un'altra terribile carestia che aveva colpito la Russia), che testimonia il livello di miseria ed alienazione a cui si era giunti in quei luoghi. Il governo non mosse ciglio, e nascose l'accaduto sino agli anni '80, quando si venne a sapere qualcosa riguardo queste vicende. Ricordiamo questo acerbo e velenoso frutto della follia comunista, che costrinse all'asservimento milioni di innocenti, che stroncò milioni di innocenti vite umane non per questioni di razza ma per questioni disgustosamente politiche, sociali. Basterà ciò a porre freno alle disastrose collettivizzazioni marxiste, che causarono tragedie simili anche in Cina, sotto Mao, con numeri vicini ai 40 milioni di morti? Non si tratta propriamente di genocidio, in quanto l'intento non era mosso da odio razziale, ma certo nondimeno dobbiamo considerare questo ed i tanti altri Holodomor avvenuti nel mondo come cupe e terribili manifestazioni della malvagia umana, dell'ideologia cieca divenuta religione, dello slogan che brucia le menti come l'impietosa calura faceva con le spighe di grano e con gli scheletri che si aggiravano affamati per gli afosi villaggi che li avevano visti nascere ed ora li vedevano morire già putrefatti e decomposti, assorbiti dalla madre terra che accoglie anche i loro figli, ch'essi stringevano tra i denti come cani randagi un magro osso.






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Commenti

  1. Ho letto il tuo articolo con una mia amica Ucraina Skobalo Hanna, che ha confermato la veridicità e l'orrore di quanto tu hai descritto molto bene nel tuo articolo. Ti ringraziamo per aver ricordato questa brutta pagina di storia ed è bello che lo abbia fatto un giovane ragazzo.

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  2. Ho letto il tuo articolo con una mia amica Ucraina Skobalo Hanna, che ha confermato la veridicità e l'orrore di quanto tu hai descritto molto bene nel tuo articolo. Ti ringraziamo per aver ricordato questa brutta pagina di storia ed è bello che lo abbia fatto un giovane ragazzo.

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